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Wednesday, 21 December 2011
Saturday, 17 December 2011
Discorso a una folla
Questa è la traduzione italiana di una poesia di Archibald McLeash dal titolo Speech to a crowd. La poesia originale in inglese la trovate cliccando su questo link:
http://books.google.co.uk/books?id=KI0ESFOvi5QC&pg=PA307&lpg=PA307&dq=%22speech+to+a+crowd+archibald+macleish&source=bl&ots=b4402wXxTh&sig=fkLwrmn3azmAihBaTaRmxJIbC3M&hl=en&ei=KE3nTpKgJYW68gO3-uWCCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=9&ved=0CFgQ6AEwCA#v=onepage&q&f=false
Discorso a una folla
Ditemi, amici pazienti
Voi che attendete messaggi, da quale altra riva, da quale straniero
Di dove, era promessa la parola, chi doveva ammaestrarvi
Voi, che ascoltaste davanti a una mangiatoia
Che ascoltaste un tempo presso gli oracoli
Ora presso le transenne
Chi aspettate, chi credete vi spiegherà
Ascoltaste per migliaia d’anni, ancora nessuna risposta
Scrittori di lettere notturne a madonna a cuor solitario
Ortografi incerti, aprite gli occhi
Vi sono soltanto la terra e l’uomo
Ci siete solamente voi
Nessun altro è al telefono, nessun altro bisbiglia nell’aria
Nessuno se non voi, premerà il campanello
Nessuno sa, se voi non sapete
Avete occhi, e quello che i vostri occhi vedono, è
La terra che vedete è proprio quella che vi sta sotto gli occhi
Il sole è veramente ottimo
Le donne, sono veramente belle come le avete vedute
Guardate il mondo, il mondo che non conquistate mai
È proprio vero, che si può vivere nel mondo disattenti
Perché aspettate di leggerlo in un libro allora
Scrivetelo voi stessi, scrivete a voi stessi se è necessario
Dite a voi stessi che la terra è vostra, da prendere
In attesa di messaggi dalla tenebra, foste poveri
Il mondo fu sempre vostro
Soltanto, non volete prenderlo
http://books.google.co.uk/books?id=KI0ESFOvi5QC&pg=PA307&lpg=PA307&dq=%22speech+to+a+crowd+archibald+macleish&source=bl&ots=b4402wXxTh&sig=fkLwrmn3azmAihBaTaRmxJIbC3M&hl=en&ei=KE3nTpKgJYW68gO3-uWCCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=9&ved=0CFgQ6AEwCA#v=onepage&q&f=false
Discorso a una folla
Ditemi, amici pazienti
Voi che attendete messaggi, da quale altra riva, da quale straniero
Di dove, era promessa la parola, chi doveva ammaestrarvi
Voi, che ascoltaste davanti a una mangiatoia
Che ascoltaste un tempo presso gli oracoli
Ora presso le transenne
Chi aspettate, chi credete vi spiegherà
Ascoltaste per migliaia d’anni, ancora nessuna risposta
Scrittori di lettere notturne a madonna a cuor solitario
Ortografi incerti, aprite gli occhi
Vi sono soltanto la terra e l’uomo
Ci siete solamente voi
Nessun altro è al telefono, nessun altro bisbiglia nell’aria
Nessuno se non voi, premerà il campanello
Nessuno sa, se voi non sapete
Avete occhi, e quello che i vostri occhi vedono, è
La terra che vedete è proprio quella che vi sta sotto gli occhi
Il sole è veramente ottimo
Le donne, sono veramente belle come le avete vedute
Guardate il mondo, il mondo che non conquistate mai
È proprio vero, che si può vivere nel mondo disattenti
Perché aspettate di leggerlo in un libro allora
Scrivetelo voi stessi, scrivete a voi stessi se è necessario
Dite a voi stessi che la terra è vostra, da prendere
In attesa di messaggi dalla tenebra, foste poveri
Il mondo fu sempre vostro
Soltanto, non volete prenderlo
Tuesday, 13 December 2011
Il punto di vista di un'italiana sui vestiti invernali degli inglesi
Leggete qui di seguito il punto di vista di Manuela Saragosa, che ha scritto questo interessante articolo (che condivido molto!) sui diversi usi e costumi di inglesi e italiani riguardo all'abbigliamento nella stagione invernale:
http://www.bbc.co.uk/news/magazine-16141184
http://www.bbc.co.uk/news/magazine-16141184
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