Tuesday 7 April 2009

Un poema di Voltaire

Voltaire scrisse questo poema in seguito al terremoto di Lisbona del 1755. È una poesia che si scaglia contro l'ottimismo crudele, mette in evidenza l'ingiustizia ed invita a non dare senso alla violenza. Per Voltaire occorre invece mantenere uno sguardo lucido sulla realtà


Poveri umani! e povera terra nostra!
Terribile coacervo di disastri!
Consolatori ognor d'inutili dolori!
Filosofi che osate gridare tutto è bene,
venite a contemplar queste rovine orrende:
muri a pezzi, carni a brandelli e ceneri.
Donne e infanti ammucchiati uno sull' altro
sotto pezzi di pietre, membra sparse;
centomila feriti che la terra divora,
straziati e insanguinati ma ancor palpitanti,
sepolti dai lor tetti, perdono senza soccorsi,
tra atroci tormenti, le lor misere vite.

Ai lamenti smorzati di voci moribonde,
alla vista pietosa di ceneri fumanti,
direte : è questo l’effetto delle leggi eterne
che a un Dio libero e buono non lasciano la scelta?
Direte, vedendo questi mucchi di vittime:
fu questo il prezzo che Dio fece pagar pei lor peccati?
Quali peccati ? Qual colpa han commesso questi infanti
schiacciati e insanguinati sul materno seno?
La Lisbona che fu conobbe maggior vizi
di Parigi e di Londra, immerse nei piaceri?
Lisbona è distrutta e a Parigi si balla.
Tranquilli spettatori, spiriti intrepidi,
dei fratelli morenti assistendo al naufragio
voi ricercate in pace le cause dei disastri;
ma se avvertite i colpi avversi del destino,
divenite più umani e come noi piangete.

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